17-11-2020
Che tipo di yoga sei?
Qualche informazione utile per scegliere lo stile di yoga più adatto a te.
Chi pratica yoga lo sa bene, chi non lo pratica non lo direbbe mai: benché ancorato allo spirito delle origini, lo yoga è in realtà una disciplina in continua evoluzione e al passo con le esigenze moderne.
I suoi grandi interpreti hanno saputo infatti tradurlo in stili sempre nuovi, per proporlo nel modo più adeguato a nuovi contesti sociali.
Così oggi chi volesse iniziare a praticare yoga si troverebbe davanti a un numero consistente di varianti tra cui scegliere.
Quale preferire?
Dipende da cosa si cerca in questa disciplina: ecco qui di seguito una mappa per orientarci in questo affascinante mondo.
Hatha Yoga: per avere una visione generale.
Se non conosci lo yoga e ti avvicini a questa pratica per la prima volta, l’Hatha Yoga è sicuramente quello che fa per te. Si tratta dello
stile più classico, che si rifà alla
tradizione senza accentuare una particolare connotazione, ovvero senza privilegiare la parte meditativa rispetto a quella di pratica fisica, né il contrario.
Offre quindi
una visione generale della disciplina, insieme a un miglioramento tangibile e progressivo sia della nostra
flessibilità, sia della capacità di
rilassamento.
Anusara e Kundalini Yoga: in cerca di spiritualità.
L’Anusara è uno stile di yoga tra i più recenti, ideato e sviluppato alla fine degli Anni Novanta negli Stati Uniti. Fondato sulla
dottrina tantrica della bontà interiore, mira a favorire negli studenti, attraverso la pratica rigorosa di specifiche asana (posizioni), il raggiungimento dello stato naturale, intrinsecamente buono.
Un tipo di spiritualità diverso è invece alla base del Kundalini Yoga, che prende il nome dall’
energia situata, secondo la filosofia cui la pratica si ispira, alla
base della spina dorsale. Potenziare tale energia è il fine delle asana di questo stile che alle posizioni associa inoltre
tecniche di respirazione e di meditazione anche attraverso il canto.
Ashtanga e Power Yoga: lo yoga per allenarsi.
Entrambi questi stili si basano sul
passaggio veloce e fluido tra una posizione e la successiva, senza spazio per il riposo. Ne deriva una pratica che potrebbe competere con una sessione di
allenamento “cardio”, anche nel dispendio calorico.
Tra i due stili l’Ashtanga, diffuso in Occidente dagli Anni Settanta, mantiene maggiormente la radice spirituale e il riferimento alla tradizione. Le lezioni iniziano infatti con la ripetizione scadenzata di un
mantra, e continuano con
una sequenza di 26 posizioni codificate e immutabili.
Il più recente Power Yoga, nato nel 1995 con la pubblicazione dell’omonimo libro di Bender Birch, dismette invece questa dimensione per lezioni con sequenze di asana ogni volta differenti.
A questi stili principali si aggiungono poi pratiche più peculiari, come l’
Hot Yoga, svolto in classi a 37°C con conseguente elevata sudorazione, lo
Yoga Ricostituente, per calmare la tensione e il nervosismo. Oppure lo
Yoga della Risata, ideato da un medico indiano nel 1995 e citato anche nel volume “
I segreti di lunga vita” dal
Professor Umberto Veronesi, per cui il sorriso era la prima forma di cura.